EVOLUZIONE DEL PONTE DELLA CONTESSA A STIFONE

La prima immagine che ne ho reperito è raffigurata in un quadro a olio del 1778, opera del pittore tedesco Carl Ludwig Hackert (1740-1796). In quest’opera, il ponte (che appare tutto in muratura e ha al centro una torretta, che verosimilmente sorreggeva una porta per consentire la chiusura del passaggio) è riprodotto guardandolo dalla riva sinistra, da Narni verso Montoro, all’incirca dall’altezza del Mulino Silori. Il corso del fiume appare abbastanza impetuoso e certamente non navigabile.

ponte contessa stifone

Ho trovato anche un quadro del 1780 del pittore toscano Francesco Zuccarelli (1702-1788), che raffigura il ponte, visibile sullo sfondo, riprodotto guardandolo sempre sulla riva sinistra, ma da Montoro verso Narni, più o meno dall’altezza della sorgente della Morica.

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Nel tardo ‘800 il paesaggio cambiò drasticamente per la costruzione della ferrovia Roma – Ancona, che nel tratto Orte – Falconara, quello che passa davanti a Stifone, fu ultimata nel 1865 e comportò la costruzione di alcuni muraglioni di sostegno della strada ferrata a binario unico, che fu realizzata sul Monte Santa Croce, al margine destro del fiume Nera. In questo affresco – conservato nel duecentesco palazzo comunale di Narni, sito a piazza dei Priori – dipinto guardando il ponte da Narni verso Montoro, dalla parte alta della via Ortana all’ingresso di Stifone, si nota che della torretta medievale sul ponte non c’è più traccia, ma è ancora ben conservata la spalletta in pietra che sorreggeva il ponte al centro della sua breve campata. Sopra, anche se si vede solo in parte, è presente una sovrastruttura di legno, a tavole. Subito alla destra del Mulino Signorini, si osservano alcune costruzioni basse che poi furono distrutte dall’innalzamento del livello del fiume. Sulla destra si osserva il binario della ferrovia.

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Veniamo all’immediato secondo dopoguerra. In questa foto del 1947 (quindi successiva all’innalzamento del Nera, causato dalla costruzione nel 1937 della prima diga della centrale di Montoro) – presa dalla vecchia via Ortana, a sinistra del fiume, nel tratto che attraversa Stifone, poco prima della cosiddetta Forma (la sorgente da cui gli stifonesi attingevano l’acqua potabile) – si osserva il grande muraglione di sostegno della strada ferrata e un ponte un po’ sgangherato, in cui le tavole di legno scuro sono state sostituite da una staccionata di legno locale non particolarmente robusto. Anche l’antica spalla in muratura sembra più malconcia delle immagini antecedenti. Da notare anche che la parete del monte Santa Croce è priva dei numerosi muraglioni che verranno costruiti nel corso degli anni ’50 (in pietra ad opera incerta) e ’60 (in calcestruzzo) a protezione della ferrovia da possibili cadute di massi.

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La foto che segue, del 1949, mostra da altra angolazione la sovrastruttura in legno del ponte. È scattata, guardando verso l’abitato di Stifone, dal piccolo tunnel che consente di arrivare sul monte Santa Croce, sede delle antiche miniere di ferro. Si osserva sullo sfondo l’inizio del deterioramento (il tetto è parzialmente sfondato) del Mulino Signorini, che crollerà quasi completamente negli anni ’50, per essere poi ricostruito e restaurato nel 2014.

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Il ponte negli anni ’50 e ’60 restò con la struttura del dopoguerra, ma le tavole di sostegno e la staccionata si andarono progressivamente rovinando, finché, nei primi anni ’70, si decise di irrobustire la pavimentazione con del cemento e di sostituire la staccionata in legno con una in metallo. Qui di seguito si vedono due foto. Nella prima, scattata nel 1975, il ponte sostiene una piccola folla di passanti. Nella seconda, del 1976, si vede il ponte privo di persone e con il fiume in parte svuotato per la periodica pulizia delle paratie della diga a valle. Le foto sono entrambe realizzate nella medesima prospettiva della foto del 1947. In tutte e due queste immagini si nota che la vegetazione delle pendici del Monte Santa Croce è così rigogliosa e fitta da impedire la visione dell’ingresso del piccolo tunnel che immette nel sentiero che portava alla ferrovia (oggi pista ciclo-pedonale).

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A fine anni ’90 il Ponte della Contessa fu sostituito con uno interamente in metallo, che restò in funzione per circa un decennio e che si può osservare nella foto successiva, scattata nel 1991 dall’alto, sporgendosi dalla balaustra della ferrovia.

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Infine, intorno al 2010, il ponte fu completamente rifatto (lasciando però le vecchie basi di sostegno) in metallo leggero; le quattro foto che seguono lo mostrano com’è oggi da tre diverse prospettive (nell’ultima foto, l’acqua del Nera è fangosa, come accade pochissime volte l’anno in caso di precipitazioni importanti e molto prolungate nella zona nord dell’Umbria).

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Va segnalato, a conclusione di questa breve rassegna iconografica, che – in coincidenza con la costruzione dell’attuale Ponte della Contessa, che fu seguita, poco dopo, dal restauro del Mulino Signorini – che un tratto del muretto di recinzione dello spiazzo erboso, posto a destra dell’inizio del ponte, fu abbattuto e sostituito con una staccionata in legno. Fu anche costruita una piccola scala di accesso che favorì la trasformazione temporanea (e secondo noi impropria) di quello spazio in una sorta di “spiaggetta” al servizio della balneazione fluviale, che è invece vietata in quel tratto a causa della pericolosità delle correnti del fiume.

Con il recente recupero della sorgente della Morica, le cui acque cristalline ben si prestano, anche se fredde, alla balneazione, ci auguriamo che coloro che desiderano immergersi a Stifone trovino il luogo ideale, rispettando la zona del fiume intorno al ponte.

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Termina qui questa rapida ricostruzione. Purtroppo, la qualità delle immagini, molte delle quali sono piuttosto datate, non è buonissima, ma ciò che conta è il loro valore documentale. Non siamo certissimi di tutte le informazioni contenute in questa rapida storia degli ultimi due secoli e mezzo del ponte detto della Contessa. Qualora un lettore riscontrasse imprecisioni o inesattezze, è pregato cortesemente di segnalarlo all’indirizzo silori.stifone@gmail.com .